La comunicazione al tempo del coronavirus

In questo periodo di emergenza tutta la nostra attenzione è rivolta alla salute nostra, dei nostri cari e dei collaboratori. E’ normale e necessario che sia così. Molti di noi lavorano da casa, alcuni hanno ridotto l’attività, ma la questione rimane. Cosa fare per quanto riguarda la comunicazione? E’ meglio tacere o continuare a far sentire la nostra voce? Ecco la mia opinione di professionista.

Alcuni clienti mi chiedono: “Cosa facciamo? E’ il caso di continuare a fare comunicazione e programmare le attività per i prossimi mesi quando l’Italia e gran parte del mondo si sono fermate?”. La risposta è sì. Si può e si deve continuare a comunicare con i nostri pubblici per informarli, con onestà, sulla situazione e mantenere contatti e relazioni. Di sicuro non è il momento di pensare alla comunicazione di marketing rivolta alla promozione delle vendite, perché le persone sono impegnate su fronti più importanti, come salvaguardare la salute e il lavoro. Tuttavia, possiamo raccontare come gestiamo la crisi, come affrontiamo le problematiche che si stanno presentando. Possiamo cercare di metterci al servizio degli altri, per quanto possibile. Oltre a offrire il proprio aiuto, a volte può bastare una parola di conforto, far sapere di essere pronti all’ascolto, appoggiare cause comuni. Possiamo condividere risorse utili (quanti corsi di formazione online e webinar in questo momento, non basta il tempo per seguirli tutti!), divertenti o semplicemente belle, per far trascorrere un bel momento. Ci sono musei e mostre che si possono visitare virtualmente, biblioteche, librerie e archivi che hanno dato libero accesso a documenti, libri, mappe, film. Molte destinazioni cercano di intrattenere e ispirare il loro pubblico, con l’invito a sognare adesso e a viaggiare più avanti, quando si potrà. Possiamo comunicare come ci stiamo preparando alla ripresa delle attività. L’importante è farlo con tono e parole adatte a questo momento così delicato, con rispetto e sensibilità per le difficoltà e il dolore che molte persone stanno soffrendo. Quando tutto questo passerà, le persone si ricorderanno di noi e di come ci siamo comportati nei momenti più difficili.

Personalmente, mi sto dedicando all’aggiornamento professionale e crescita personale prendendomi del tempo per riflettere, leggere, seguire webinar; cose che avevo in mente di fare da tempo. Conosco molti professionisti che stanno facendo la stessa cosa. Per alcuni miei clienti, invece, stiamo preparando il dopo emergenza. Per esempio, con l’ente del turismo della Moldova stiamo lavorando ai viaggi stampa di giugno, quando speriamo si potrà di nuovo viaggiare in sicurezza. Se così non fosse, li sposteremo a nuova data, probabilmente ottobre. Il turismo è uno dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza corona virus. Agenzie di viaggi e tour operator, fatto fronte a cancellazioni, rimborsi e rimpatri, stanno cercando di capire quando ripartirà il settore. L’estate appare compromessa, si spera per l’autunno, ma ormai si guarda già al 2021, mentre si cerca di sopravvivere in qualche modo. Si ci si aspetta molto dal turismo interno. L’incertezza sui trasporti, sulla ripresa dei collegamenti aerei e sulla riapertura delle frontiere dopo l’emergenza sanitaria, fa ritenere che gli italiani che potranno permetterselo – la crisi delle imprese e la mancanza di lavoro sono l’altra faccia di questa triste medaglia – preferiranno fare le vacanze in Italia.

La cosa più importante ora è restare a casa, e mentre cerchiamo di non ammalarci e di mantenere un qualche equilibrio mentale e spirituale, cominciare a pensare al dopo emergenza, quando riprendere la nostra routine ci sembrerà una cosa meravigliosa.

 

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Nadia Pasqual

Consulenza marketing e comunicazione a Venezia Mestre