tourismA: comunicare beni culturali e turismo

Alberto Angela a tourismA Firenze

Capace di attrarre oltre diecimila visitatori in tre giorni, tourismA ha dimostrato che beni culturali e turismo sono temi che interessano al grande pubblico. A patto di saperli comunicare nel modo giusto. I segreti del successo di una manifestazione dove archeologi e storici sono accolti come star.

Dopo il successo delle prime due edizioni, la terza edizione di tourismA – Salone Internazionale dell’Archeologia che si svolgerà a Firenze dal 17 al 19 febbraio 2017 si preannuncia ancora più coinvolgente. Le novità in cantiere sono molte e a breve verranno annunciate, ma non servono effetti speciali per prevedere un’altra affollata edizione. Basti pensare che lo scorso febbraio per il secondo anno consecutivo tourismA ha totalizzato oltre diecimila visitatori in tre giorni. Per chi, come me, è appassionato di beni culturali e turismo, questa manifestazione rappresenta una vittoria non scontata, che grida al mondo – e a chi di dovere – che è possibile promuovere il turismo culturale in modo efficace e virtuoso:

  1. istituzioni, studiosi e ricercatori espongono al pubblico i risultati del loro lavoro accademico e sul campo (a volte da intendersi letteralmente sul sito archeologico!) in Italia e all’estero;
  2. le destinazioni turistiche attraggono visitatori interessati alle loro specificità storico-culturali;
  3. gli operatori turistici offrono itinerari e prodotti che permettono ai visitatori di trasformare il patrimonio culturale in esperienze di viaggio e scoperta;
  4. i beni culturali diventano volano di sviluppo economico per tutto il sistema e la ricaduta economica a sua volta induce maggiore interesse a conservarli e valorizzarli al meglio (vedi il punto 1.).

Quello che serve è un modo nuovo di comunicare i beni culturali e tourismA ha centrato l’obiettivo. Vediamo come.

Contenuti

Che cosa ha spinto migliaia di visitatori da ogni parte dell’Italia a raggiungere Palazzo dei Congressi a Firenze? Una delle possibili risposte è senz’altro il programma di tourismA  ricco di contenuti di altissimo livello presentati da relatori di chiara fama, che è frutto delle pluriennali collaborazioni e relazioni intessute da Piero Pruneti, direttore della rivista Archeologia Viva (da lui fondata nel 1982) e ideatore di tourismA. La sede congressuale fiorentina ha ospitato dal 19 al 21 febbraio 2016 gli interventi dei massimi esperti italiani di archeologia, come Andrea CarandiniPaolo Matthiae e Louis Godart, storici, come Luciano Canfora e Franco Cardini, scrittori e divulgatori scientifici, come Valerio Massimo Manfredi, filosofi e teologi, come Vito Mancuso. Tutti hanno avuto il pienone durante le loro conferenze nell’auditorium da 1.200 posti, con tante domande da parte del pubblico, applausi, dichiarazioni di stima, richieste di autografi e dediche. I contenuti si dimostrano quindi un elemento fondamentale per coinvolgere il pubblico in un evento culturale, perchè questo è tourismA che non a caso si definisce Salone Internazionale dell’Archeologia. Non una fiera turistica, quindi, bensì un evento culturale nel quale beni culturali e offerta turistica incontrano il pubblico. Ma c’è di più.

Comunicazione efficace

Il personaggio più acclamato dal pubblico è stato sicuramente Alberto Angela, accolto come una star da un auditorium straripante che ha ascoltato il suo intervento su «Archeologia e arte, fede e potere: duemila anni per la basilica di San Pietro a Roma» con una partecipazione degna di un concerto rock! Il suo segreto? Al di là dei contenuti, quello che fa di Alberto Angela il divulgatore scientifico più amato d’Italia, è senz’altro il suo modo di comunicare: semplice e chiaro, senza scadere nel banale, amichevole e ironico, capace di divertire e istruire allo stesso tempo. Alberto è un comunicatore eccellente capace di coinvolgere e arrivare al cuore delle persone con la sua simpatia. Proverbiale la sua disponibilità a firmare autografi e scattare fotografie con i fan che si mettono in coda a centinaia pur di poterlo incontrare da vicino anche solo per qualche minuto. E lui sorride e ha una battuta per ognuno di loro. Questo modo di comunicare, è quello che ha contraddistinto la rivista Archeologia Viva fin dagli inizi: erano gli anni Ottanta e parlare di archeologia con un linguaggio non accademico, bensì con uno stile divulgativo, in grado di arrivare al grande pubblico, senza deroghe sulla qualità scientifica dei contenuti spesso scritti dai massimi studiosi della materia, rappresentò una grande novità nell’ambiente. E fece il successo della rivista edita da Giunti. Oltre trent’anni dopo, Piero Pruneti ripropone la stessa formula vincente per la sua creatura, tourismA. E il pubblico apprezza.

Relazioni e autenticità

Un altro ingrediente fondamentale è senz’altro la possibilità di toccare con mano, per così dire,  con l’offerta di beni culturali e incontrare i protagonisti  del settore archeologico-artistico-monumentale italiano nell’area espositiva di tourismA. Questo significa che il pubblico può entrare in contatto con importanti musei, parchi, siti archeologici, istituzioni, enti locali aziende di promozione e fondazioni, come la Fondazione Giancarlo Ligabue, vero punto di riferimento per le ricerche nel campo dell’archeologia, antropologia, paleontologia e scienze naturali. Inoltre, il visitatore di tourismA può incontrare anche destinazioni turistiche estere, come l’Egitto, rappresentato dall’Ente del Turismo Egiziano, tour operator specializzati in viaggi culturali, come I viaggi di Maurizio Levi, che ha proposto anche una conferenza sul Sudan che ha fatto il tutto esaurito; Agenzia Viaggi Rallo, che da oltre 25 anni organizza I viaggi di Archeologia Viva con archeologo al seguito; editori specializzati in guide di viaggio culturali, come Polaris Editore, che offrono la possibilità di approfondire i contenuti presentati durante la manifestazione. Le relazioni e l’esperienza diretta sono quindi un altro fondamentale ingrediente di tourismA.

Relazioni pubbliche: la chiave del successo

In conclusione, mi sento di affermare che i fattori di successo di tourismA sono quelli che noi comunicatori ricondurremmo all’ambito delle relazioni pubbliche:

  1. contenuti: archeologia, storia, arte, beni culturali e turismo vengono declinati per tematiche che spaziano attraverso altre discipline con un approccio internazionale e riferimenti all’attualità; la possibilità di conoscere l’offerta di turismo culturale e scoprire il patrimonio culturale dell’Italia e di destinazioni internazionali attraverso viaggi con studiosi e archeologi.
  2. comunicazione efficace con relatori capaci di presentare temi complessi in modo chiaro e non accademico, coinvolgendo e appassionando il pubblico, senza rinunciare alla qualità dei contenuti;
  3. relazioni: la possibilità di relazionarsi con i protagonisti della cultura, del patrimonio e del turismo culturale fa sì che le persone possano apprezzare la ricchezza dell’offerta, ma anche la sua complessità e le sue criticità, coinvolgendoli e appassionandoli al dibattito.

Tre fattori che possono fare la differenza nella comunicazione di beni culturali e turismo, rispetto al modo in cui questi due settori comunicano oggi, spesso in modo slegato l’uno dall’altro. Il successo di tourismA dimostra che questi due ambiti possono e devono, nella mia opinione di esperta di comunicazione per il turismo, essere comunicati in modo più efficace e congiuntamente per raggiungere un pubblico più vasto e innescare quel circolo virtuoso che farebbe tanto bene a tutti i comparti economici coinvolti e soprattutto al nostro Paese, una delle più ambite destinazioni di turismo culturale nel mondo.

 

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Nadia Pasqual

Consulenza marketing e comunicazione a Venezia Mestre